Tuesday, Thursday, June 6, 2013
Fondazione su Second Life

FEELING BLUE
Feeling blue, nel senso di umore nero. Quando Madoi ci si ficcava dentro, sguazzando in una polla di angoscia, rabbia, indignazione, era infrequentabile, anche perché spariva, si murava dentro il portoncino medievale della Torre e non apriva a nessuno. I secoli di storia contenuti in quelle mura lo irritavano ancora di più, dato che si facevano beffe delle sue angosce, considerandole ridicole confronto alle nefandezze di cui erano state testimoni. Quindi non vi era ristoro, neppure in quel luogo prediletto. Comunque, a ponte levatoio rialzato e resa inaccessibile la sua tana, Madoi si aggirava nel suo artistico caos sostando solo a tratti davanti a una tela bianca, o già occupata da qualcos'altro dipinto con diverso umore ­ pertanto godibile oggetto di distruzione ­ e vi ci trasferiva tutto quello che aveva dentro, come in questa tela, l'essenza della non speranza, fissandola per sempre negli occhi di questi disperati, come nella più crudele delle fiabe, per poi ritrovarsi, come risvegliato da un brutto sogno, magicamente libero e nuovamente aperto alle meraviglie della (sua) vita.

Feeling blue, deep in the blackest of mood. When he was feeling so, Madoi seemed to paddle in a pond of anguish, rage and despair, and he couldnt be approached, disappearing inside his Tower, closing shut the medieval oak door and refusing to open to anyone. The centuries of history belonging to these ancient walls made him even more irritated, as they seem to laugh at his anguish, nothing compared to the iniquities they had to witness during their existence. So he couldnt find solace, not even in this so loved place. So, once lifted the drawbridge and made inaccessible his den, Madoi roamed about his artistic chaos stopping now and then in front of a canvas, brand new or already filled with other moods ­ that is an enjoyable object of destruction ­ and started to transfer there all his anguish, like in this painting, the essence of non hope, trapped in the eyes of these poor souls as in the worst of fairy tales. Once done, he was magically feeling fine again, as just out of an awful nightmare, free and open to the wonders of (his) life.

Wednesday, June 5, 2013
Fondazione su Second Life

IN INTREPIDA ATTESA
In (in)trepida attesa, ma semi nascosta dietro un angolo, una porta, da una postazione di attacco ad un futuro migliore, ma sempre imprigionata in un passato/presente ancora fastidioso. Manca il coraggio di esporsi completamente, per paura, timore di non essere all' altezza o, ancor peggio, di inciampare in altre delusioni. Madoi, invece, le delusioni se le divorava, anzi le usava, triturandole a suo piacere in un perverso godimento di autolesionismo, e poi le sputava fuori, ormai inermi, spiaccicate su una tela sfidandole a riconoscersi fra tanto colore. Questo ci ha insegnato. A fare tesoro di tutti i sassi, di tutti gli ostacoli che i corvi presenti in tutte le vite si divertono a gettarci fra i piedi, per farci fermare, desistere, cambiare strada, sceglierne una più comoda, apparentemente più sicura. Ma le strade piene di buchi e pericoli sono libere, non le sceglie quasi nessuno, e ti ci puoi fermare, puoi sostare a pensare alla prossima mossa, o ritornare sui tuoi passi per riconsiderare poi che è proprio quella l'affascinante strada che vuoi percorrere. Nelle autostrade della vita invece, devi correre, in un'unica direzione, non sai chi hai dietro, davanti, non vedi neppure chi ti travolge per sorpassarti e il tutto con un costo di pedaggio sempre e comunque troppo alto, per poi magari arrivare dove ti avrebbero portato, indenne e fiera, le piccole strade, più lente e tortuose, più affascinanti.

In fearless expectation, but half hidden behind a corner, a door, coiled in a position full of longing for a surprise, a brighter future, nevertheless still confined in a still annoying past/present, or worse in the fear to stumble over the next delusion . On the contrary, Madoi devoured the delusions, he made use of the delusions, grinding them at his pleasure in his wicked self destructive way, spitting them out once helpless, spread over a canvas and drowned in a lake of colors. This is one, of many, Madoi's lessons, his heritage. He taught us to treasure all the stones, any obstacle the ravens, present in all our lives, take the pleasure of throwing at our feet. They want us to stop, to give up, to change our way, to choose a more comfortable and apparently easier path. But roads full of holes and dangers are free roads, as noone is there, and you may choose your pace, you may relax a while to consider the next move, or you may retrace your steps, only to realize that you were right in choosing this difficult, fascinating path. On the contrary, in the life highways you are forced to run, always forward and in one direction, you dont know who is at your back, in front of you, you cant even see who is the one who runs over you and all that having to pay a too expensive toll. And all this to arrive at the same target you could have safely and freely reached walking down those little slower and troubled roads, counting only on your strength and pride.

Monday, June 3, 2013
Fondazione su Second Life

WORK IN PROGRESS
Questa frase compare da qualche tempo nella pagina di apertura della nuova edizione del website Madoi. Lo sappiamo. E sappiamo pure che siamo in ritardo, bloccati, fermi per 1000 e una ragione, tutte valide, ma solo per ingannare la nostra coscienza. Work in Progress, frase che comunque dà un senso di operativo ottimismo, di sguardo verso un futuro di senso e dovere compiuti. Sarebbe più corretto sostituirla con l'italico motto Lavori in corso, come scritto ovunque in Italia, sia fisicamente che insito nei miasmi di vita quotidiana, cioè lavori fermi, immobili, con una eventuale conclusione in un futuro remoto,impalpabile, mai definito.
Per questo abbiamo scelto questo frammento di un olio famoso, dipinto da Madoi nel '70 circa. Questa immagine, che nel dipinto vede insieme un Madoi autoritratto a firma, come suo solito, l'abbiamo inserita ovunque, come cover della nuova immagine FIWM. Ci piace che ci guardi, che ci controlli, che ci impedisca di cadere nel facile baratro dell'inconsistenza. Questo sguardo, neutro, ma vigile, distaccato ma presente di questa sconosciuta ci intriga. Ci fa pensare, ci obbliga a un movimento costante. Prende a calci qualsiasi tentativo di nostra immobile faziosità, ci incita a portare a termine qualsiasi piccolo grande incarico, attendendoci alla fine con la giusta ricompensa, la soddisfazione di aver compiuto, ancora una volta, il nostro personale miracolo.

Work in Progress, as we added to the opening page of the new edition of Madoi's website. We know it. And we are also aware that we are late, actually we are blocked, we stopped for 1000 and one more reasons, all sound reasons, just to cheat our conscience. Work in Progress is an acceptable sentence with a nice optimistic sound. It gives a view of operative energy, a look towards a future dense of a sense of completed duty. In its place, we should have put a more honest "Lavori in Corso", that Italian sentence that can be find everywhere and anywhere in Italy, either written on millions of rusty plates in front of skeleton buildings or hidden in the miasma of daily Italian life, that is presenting futureless and undefined projects. For this reason we have elected this image, a fragment of a famous Madoi's painting, as Icon of this new project. This big eyed face ­ in the picture close to a Madoi' self portrait, as was his usual signature , is projected everywhere, as cover testimonial of the new FIWM image. It is there on purpose. Its duty is a strict control on work, to keep us on track, to prevent us from falling into the easy abyss of flimsiness. We cant look away this Lady's eyes. We are intrigued by her neutral but vigil stare. We are forced to think, forced to a constant activity. She is kicking any attempt of motionless indifference, urging us to conclude any of our little or great assignments, waiting for us at the end with the right reward, our inner satisfaction for having performed, once more, our private miracle.