Giuseppe Pollarolo, da “Monografia di Walter Madoi”, 1970

Il Magnificat
Un gesto di potenza e di maledizione domina il capolavoro di Michelangelo – il giudizio universale, definito allora: Il manifesto della controriforma cattolica – un gesto che sanzionava in arte gli anatemi del Concilio di Trento provvidenziali per quei tempi nei quali la sanzione aveva ancora tutta la sua efficacia pedagogica.
Un gesto di bontà e di invito domina il capolavoro di Madoi, la gigantesca vetrata della chiesa delle “Vallette” il quartiere più periferico della città dell’ automobile. Il gesto vuol sintetizzare l’ atmosfera di speranza ecumenica creata, per un mondo smaliziato, diviso e disperato, dalla bontà paterna di Giovanni XXIII e dal Concilio da lui indetto.  La vetrata potrebbe diventare per il suo prestigio artistico e per il contenuto teologico il manifesto del rinnovamento postconciliare della chiesa e del mondo.
Nella parte centrale delle vetrata domina in un mare di luce la figura della Madonna, la quale non ha nulla a che vedere con i tradizionali capolavori di tutti i tempi;  una Madonna assolutamente nuova, senza trionfalismi faraonici, senza lontananze irraggiungibili, ma con una carica umana che la immette come madre nel vivo del dramma contemporaneo.  E’ la “Mater Ecclesiae” di Paolo VI; la Madre non solo dei primi della classe ma anche degli ultimi; la Madre nn solo dei figli sani, agili, vigorosi ma anche dei malati, fragili, deformi; la Madre non solo delle vittime e dei martiri, ma anche dei delinquenti e dei colpevoli…
Il tema affrontato dal pittore è il   “Magnificat” centrato nel versetto: Mi ha fatta grande colui che è potente.  Rappresenta l’ umanità colpevole, dolorante e delirante che si redime attraverso la Madonna Mediatrice della Grazia e si trasfigura in un oceano di amore, di gaudio e di luce.
Il pittore si è  distaccato dal commento esegetico tradizionale, ha ignorato volutamente i grandi privilegi di cui Dio l’ ha arricchita e puntando la sua aspirazione più sulla personalità intrinseca della Madonna ha scoperto e ci ha presentato una Madre – la Madre – con il cuore ed il seno dilatati dalla Onnipotenza Divina in modo tale da potervi accogliere tutto il verminaio umano, la bolgia, la cloaca, per rigenerarla alla grazia, alla santità, al trionfo!  Abituati a vedere le incantevoli deliziose Madonne della tradizione con Gesù nel seno o tra le braccia, stentiamo a capire questa Madonna con sul volto i riflessi della mestizia e della nausea che procurano i figli degeneri che porta in grembo o che sfuggono al suo amplesso trasfigurante;  ma basta vedersi fra questi per comprendere ed accettare.
La fase risolutiva è raggiunta e rappresentata da un efficacissimo ritmo di mani imploranti!  Le mani chiuse in una rabbiosa, impotente rivolta contestataria si aprono e, finalmente libere, si dirigono verso di Lei, la Madre misericordiosa, in chiara espressione di speranza e di vita.  La contestazione diventa qui implorazione – ha commentato felicemente una donna del popolo in assorta contemplazione della vetrata.
Un ‘ auspicabile ulteriore vittoria della grazia che non soffoca la natura, ma la valorizza, l’ arricchisce, la trasfigura.
Sul capo della Madonna, in una teoria eccitante di forme astratte con colorazioni irreali e cosmiche, c’è tutto un mondo futuro di conquiste spaziali, un’ immaginaria civiltà del futuro;  la Madonna, nella concezione del Madoi, è al centro di tutte le realtà cosmiche e soprannaturali;  di tutte è madre e sovrana, avendola eletta Iddio Madre del Messia, redentore dell’ uomo e dell’ universo.